Commercio degli alimentari nella X Regio Venetia
durante epoca romana
 

testo di Iwona Modrzewska-Pianetti
Istituto di Archeologia
Universita’ di Varsavia

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Lo studio sui commerci antichi e possibile grazie ai ritrovamenti di contenitori di terracotta che servivano per il trasporto dei prodotti alimentarimm cioe’ le anfore. Il Veneto nella epoca romana amministrativamente incluido nella X Regio dal imperatore Augusto, aveva il ruolo nodale per il commercio verso le provincie transalpine.Nel odierno Veneto aperto al Mar Adriatico arrivavano le merci di tutto Mediterraneo. Negli ultimi anni si osserva un progresso nelle ricerche dedicate sopratutto agli insiemi di depositi anforici, ma le anfore spagnole vengono trattate in modo generale. Cio' non e' sufficente per un quadro completo della presenza di questi contenitori in un territorio cosi importante per le comunicazioni in epoca romana. La raccolta dei dati sulla presenza di contenitori betici, pecialmente per le salse di pesce, in un territorio cosi vasto come il Veneto, rischia di non essere esauriente data la quantita' e varieta' dei depositi. Durante la scelta e raccolta, nei vari depositi, delle anfore betiche usate per le salse di pesce Dr 7-14 ,che ci interessavano di piu' dal' inizio dello studio, ne abbiamo registrato anche alcuni, probabilmente imitazioni chiamate Dr 8 similis, numerose forme Almagro

5O-51 e le anfore per l'olio Dr 2O . Abbiamo notato anche i contenitori per vino Haltern 7O, qualche esemplare delle Dr 28 betiche o/e catalane, numerosi frammenti, specialmente nella laguna e sulla costa , delle Dr 2-4 fra i quali forse

una parte spagnola (non evidenziata sulla presente carta ). Non riportiamo qui la valutazione archeologica dei vari caratteri di ritrovamenti e depositi che potevamo studiare durante gli ultimi anni. I ritrovamenti veneti hanno varie caratteristiche nella terraferma ma i piu' specifici sono quelli provenienti dai canali e dalle rive delle isole nella laguna veneta(fig.3). Qui ci limiteremo ad un commento della carta

di ritrovamenti,  che in grande parte potevamo individuare per la prima volta.

      Generalmente potevamo osservare sia in terraferma che in laguna, una grande dispersione nel territorio e un' ampia disuniformita' della distribuzione dei vari tipi di anfore. La piu'consistente concentrazione di un solo tipo, anche se con varianti, Beltran IB e Dr 7 si  trova a Verona;(fig.1) un solo esemplare e' disperso a Vicenza ed un altro, simile Pompei VII, a Padova(fig.6,7). Il deposito veronese presso il fiume e' , in senso assoluto, il piu' grande nel Veneto e forse nell' Italia del Nord . Di Verona non sono pero' solo i ritrovamenti di questo deposito, nelle vicinanze della Tomba di Giulietta, ma anche quello della via N.Mazza ove le anfore spagnole sono uno dei tipi ivi presenti. In questo secondo ritrovamento non vi e'la presenza di un solo tipo cosi evidente come nel primo.

Il deposito scoperto presso la Tomba di Giulietta comprende i contenitori della produzione della zona di Cadice di epoca augustea ed e' il piu' antico deposito spagnolo nel Veneto(fig.2).Il deposito dall' altra parte del fiume, di v.N.Mazza, contiene anfore Dr 8 similis, Beltran IIB assieme con gli altri tipi non spagnoli ed e' probabilmente del pieno I sec.d.C. Al momento il tipo Beltran IIB  e'notato a S.Basilio ( fig. 8) e a Verona. Una percentuale abbastanza alta, in confronto al totale di anfore ritrovate, si manifesta con il tipo Beltran IIA a Roncaglia di San Nicolo' nei pressi di di Padova (fig. 6); un singolo ritrovamento di questo tipo proviene da Este ed un altro da Canale Catena nella laguna(fig.10,11). A Roncaglia ci sono sei anfore Beltran IIA, che possono provenire dalla zona di Cadice; e' molto meno probabile una loro imitazione gallica. Esse sono circa il tre per cento dei ritrovamenti di questo deposito composto di vari tipi. A Roncaglia e'stato rinvenuto assieme un grande lotto di anfore a fondo piatto che, in parte, possono essere iberiche: andaluse o catalane . L' insieme delle anfore spagnole di Roncaglia e' da considerare una importazione intenzionale gia'dalla meta' e nel resto del I sec.d.C. Come risulta dai ritrovamenti di Este, Canale  Catena ( fig. 10) e Aquileia, era uno dei tipi che nel I secolo arrivava anche nellla Venetia appositamente e non solo di passaggio per la Pannonia ove viene anche ritrovato(fog.4). Un' altra osservazione risulta dalla distribuzione geografica.

Nel Sud della regione, Polesine di Rovigo ed Adria( fig. 9),osserviamo la presenza di vari tipi di anfore spagnole pero' in pochi esemplari e spesso come ritrovamenti singoli. Si tratta di frammenti che, con una certa probabilta' , si possono identificare come Dr 7-11, rinvenute alla supereficie del terreno e negli scavi di Adria, Corte Cavanella, San Basilio accanto alle Dr 8, Dr 2O e Almagro 5O-51 (e anche due Haltern 7O non evidenziate sulla carta). Invece con lo sbocco dell' Adige ,Po e coste e' collegato il fenomeno della presenza di contenitori di epoca tardo-romana e provenienza della Penisola Iberica. Osserviamo la presenza delle forme Almagro 5O-51 in tutta la costa veneta e nei ritrovamenti della laguna. Sulla costa essi sono a Corte Cavanella, San Basilio, Altino, Caorle, Concordia Sagittaria; ad Altino le Almagro 5O sono in gran numero; nella laguna sono molto frammentarie ( fig. 4). Questi contenitori testimoniano la continuita' di contatti di importazione delle salse di pesce dopo il III sec.D.C. dalla Lusitania, oppure come dimostrano le nuove scoperte, possono provenire anche dalla Betica.

Gia' con questi esempi possiamo mostrare, che nel Veneto certi tipi di anfore si manifestano in certe zone:il tipo augusteo presente a Verona Vicenza e Padova non lo e' sulla costa veneta e ,al contrario, le anfore tarde lusitane non ci sono nelle localita' del retroterra. Si possono notare anche altre regole: le anfore Dr 8 similis, che riteniamo di  imitazione forse locale, compaiono in singoli esemplari ma in molti depositi. Assieme con le Dr 8 classiche, che sono

in numero simile, esse sono in numero assai rilevante nel Veneto nel I sec.D.C. Le Dr 8 e Dr 8 similis sono presenti nella costa e a Concordia Sagittaria ,in piu' esemplari ad Altino,nel retroterra a Treviso,Este,Padova,Vicenza e Verona ( fig. 4-7,9). La caratteristica di questi ritrovamenti e' la grande dispersione in numero ristretto di esemplari nei i

ritrovamenti. Le forme Dr 8 similis sono da trattare come una forma caratteristica per  Veneto che poi raggiungono anche la Pannonia. Un' altra caratteristica presentano i ritrovamenti delle anfore Dr 2O olearie. Sopratutto, sono poche in confronto ai ritrovamenti nelle altre provincie; poi vi sono esemplari singoli nei ritrovamenti e solo ad Aquileia si presentano in

numero piu' gran de ( fig. 4).Le Dr 2O nel Veneto sono della meta' del I fino la seconda meta' del II sec.d.C., come risulta dalla morfologia. Esse sono presenti nei ritrovamenti in laguna, qualche volta assieme con le altre anfore spagnole, due integre con diversa morfologia a Concordia Sagittaria; esemplari singoli ci sono ad Altino (integro),Treviso, Este, tre ad Adria, Corte Cavanella e San Basilio ( fig. 4,5,6,9).Possiamo gia' dire, che le localita' della costa veneta presentano una caratteristica che non si puo' definire per le localita' del retroterra: grande varieta' dei tipi per salse di pesce, anfore per l' olio ed anche per vino betiche (Polesine,Concordia Sagittaria) importate della meta' del I-II sec.d.C.,presenza di contenitori per salse di pese dopo il III sec.d.C importati dalla Lusitania o Betica. I contenitori che abbiamo osservato e non segnato sulla carta sono Haltern 7O e le Dr 28 che occorre verificare con le analisi. Questi ultimi sono presenti, pare, in tutti i ritrovamenti sulla terraferma e nella laguna. Sicuramente ad Altino, Concordia, Sagittaria, Roncaglia e Verona ci sono alcuni esemplari con aspetto spagnolo.Come in tutti i ritrovamenti questi contenitori accompagnavano le altre anfore iberiche dal I-III sec.d.C. Non segnamo sulla carta particolare  neanche i frammenti di anfore Dr 2-4, forse catalane, (laguna, Altino, Concordia Sagittaria ); invece le catalane Pascual 1 non le abbiamo notate nel Veneto. A questo punto occorre dire della presenza dei contenitori rari nel Veneto. Un esemplare Dr 14B ad Altino (fig. 5), che forse e' stato compreso nelle Dr 14A ad Aquileia. Quello lusitano di Aquileia e' il primo contenitore della fine del I e II sec.d.C. che e' arrivato dal Portogallo e serviva per le salse di pesce come i contenitori tardi lusitani presenti sulla costa. Un altro contenitore poco numeroso e' Dr 12, con molte varianti, che

in generale accompagnavano gli altri tipi di anfore per salse di pesce. Una delle varianti la troviamo a Verona, esemplare caratteristico per tutto il ritrovamento veronese, uno, piu' classico, ad Altino . Questi contenitori prodotti assieme con gli altri tipi di anfore provengono dalla zona di Cadice del I sec. d.C.(fig.2) Alla fine, dobbiamo notare i contenitori, sulla nostra carta chiamati Dr 9-11, con grande probabilita' betici; pero' non e' da escludere in qualche caso di imitazione francese o catalana delle Dr 9-1O degli esemplari del I sec.d.C. Specificatamente, gli esemplari Dr 9 sono presenti a Treviso, Altino, uno Dr 9-1O forse francese a Padova ( via Gattamelata ), un altro, anch'esso Dr 9-1O, di Verona (oggi a Valdonega ); solo un esemplare Dr 1O solo proviene da Este ( fig.6). Ricordiamo, che ci sono molti frammenti delle anfore Beltran I-IV, segnati sulla nostra carta Dr 7-11, dei quali non possiamo distinguere il tipo, questo succede specialmente

nella laguna e nel Polesine ( fig.8,9). Invece le Dr 11, tipo poco preciso morfologicamente che ha le caratteristiche delle anfore betiche, e' presente, in esemplare singolo, a Verona alla Tomba di Giulietta e a Padova ( via Gattamelata ). I tipi Dr 9-11, come quelli Dr 12 e 28, sembrano essere produzione che accompagnava le forme piu' popolari. Non  troviamo invece nel Veneto le Dr 13 e Dr 17, che sono rare del pari nei ritrovamenti europei nel I ed inizi del II secolo. La laguna ha una sua specifica di ritrovamenti che

vale presentare, dato che mai e' stato fatto. La caratteristica comune di ritrovamenti provenienti dalla laguna e' la loro framentarieta'; per esempio la grande quantita'di frammenti delle anse delle Dr 2-4 con paste varie ma anche alterate dall' acqua, fra questi probabilmente possono essercene anche di spagnoli. Per gli altri ritrovamenti spagnoli notiamo : Dr 2O dell' Ottagono, Santa Caterina,San Lorenzo Monoxile,Canale Catena; da questo

ultimo luogo proviene anche una Beltran IIA incompleta; Dr 7-11 sono presenti in Fusina, Sacca delle Case (Tessera), Santa Caterina, San Ariano, in qualche ritrovamento insieme con le Dr 2O vi sono anche le Almagro 5O-51; una anfora incompleta da individuare come Dr 8 e' stata rinvenuta nel Canale Riga' ( fig.10,11). Il significato di questi ritrovamenti sara' piu' chiaro dopo le esplorazioni dei naufragi presso la costa veneta, pero' gia' oggi i reperti della laguna testimoniano la comunita' con i materiali della costa ma

anche dei contatti fr a Hispania e Venetia.

                    Come cercavamo di mostrare sopra, la distribuzione di contenitori spagnoli nel Veneto ha le sue specifiche secondo le zone e la cronologia. La fascia costiera veneta e' collegata con il mare in modo naturale. Aquileia ed altre localita' vicino al mare, presentano diversita' di contenitori iberici dalla meta' del I al III e IV.sec.d.C. Dominano i contenitori per salse di pesce, ma non mancano delle olearie; pochissime sono le anfore vinarie betiche e tarraconense del I sec.d.C. La presenza di questi contenitori, sulla fascia costiera veneta, e' collegata con il trasporto verso Aquileia e le

zone norico-pannoniche. La fascia del retroterra veneto, fra i fiumi, sembra essere collegata con la Postumia dalla parte del mar Tirreno. Nel caso di Verona,puo' darsi anche con il traffico commerciale dell' arco rodano-renano e la distribuzione transalpina gia' sotto Augusto. I depositi come quello di Roncaglia, la dispersione di anfore singole in Padova ed Este sembra avere un carattere intenzionale ma occasionale collegato con il mercato interno sia per la Postumia sia per il Po ed Adige, forse anche con il delta, nel Polesine, ove abbiamo anche vari e singoli contenitori spagnoli. La fascia prealpina veneta ci sembra priva di contenitori spagnoli, che non abbiamo visto ne' a Feltre ne' a Montebelluna dove ci sono contenitori adriatici. Piu' a Ovest sembra esserci qualche esemplare spagnolo ad Asolo. L' uso secondario delle anfore, anche spagnole, e' pratica piuttosto usuale nel Veneto. Alcune rotte ma ancora con i tappi come a Padova. E' difficile pensare che venissero tasportate rotte per tanti chilometri per essere usate come drenaggio.

            E' dunque una ulteriore conferma di una apposita importazione apposita per la zona. Il grande insieme di Verona, probabile magazzino, ha salvato una parte delle anfore integre. Questo deposito si caratterizza per la

uniformita' delle anfore presenti e della cronologia che sembra indicare una importazione in una sola volta. Nei ritrovamenti discussi, nel Veneto abbiamo registrato circa duecento anfore solo per salse di pesce spagnole. Non contiamo qui Aquileia e il Friuli che sono menzionate solo come punto di riferimento. I ritrovamenti hanno una loro cronologia, data dalla ricognizione delle forme, che si riuniscono in fasce cronologiche. Piu' antiche sono le anfore augustee di Verona; a questo periodo appartiene una di Vicenza ed una di Padova. Il resto dei ritrovamenti delle anfore per garum, come quelle specifiche per Veneto Dr 8 similis, possiamo datarli, come probabili imitazioni catalane, al I sec.d.C.

              Le anfore sono piccole ed erano facili da distribuire nel mercato padano e pannonico. C'e' anche un gruppo di contenitori per garum, portati alla fine del I e II secolo, che vediamo ad Este, Roncaglia, Aquileia e nella laguna (Beltran IIA) che sembrano essere collegati con la distribuzione adriatica e poi padana. Rimane un certo dubbio per i contenitori per garum Dr 9-11, pochi ma presenti ad Este, Altino probabilmente spagnoli o francesi

del I secolo. Sembra che la loro presenza sia collegata con la distribuzione degli altri tipi, come nel caso delle Dr 28. Questi ultimi ,in base ai bolli Sex.Domiti, ha notato P.Baldacci a Lugano, Nyon, Basilea, Oberaden, Carpentras ma anche a Milano. Possiamo aggiungere un esemplare, con tappo bollato di Concordia Sagittaria, Altino, Roncaglia e Verona ove sono presenti altri tipi spagnoli del I sec.D.C. Secondo l' opinione di P.Baldacci i territori padani rimangono sempre isolati dagli Alpi, noi possiamo pero'aggiungere che nel caso del commercio iberico non vi e' isolamento completo, ma una forma di compensazione delle produzioni locali data dalla ricchezza delle terre in cui nascevano tutti i prodotti alimentari. Nel caso veneto vi e' un' altra forma del commercio in confronto alla Renania ove ai legionari mancavano prodotti mediterranei ed essi dovevano essere importati in piu' grande quantita'. Forse la concentrazione degli abitanti nei castra era piu' grande cio' che non succedeva nel Veneto, percio' la nostra immagine della intensita' del commercio con la Betica ha anche questa prospettiva data dalla densita' della popolazione. Anche se ci sembra che i ritrovamenti delle

citta' costiere adriatiche siano piu' legati con il passaggio in transito della merce spagnola per il retroterra veneto, proponiamo la visione di importazioni intenzionali sia via Valle d' Aosta sia dalle coste tirreniche per la Postumia. Proprio questi ultimi tratti sembrano essere piu' antichi in base ai contenitori ritrovati a Verona.

                         Nel pieno I secolo ed anche nel secolo successivo sembra che i

contenitori arrivasseroo lungo l' Adriatico per proseguire in parte verso la Pannonia e in parte essere distribuiti nel mercato interno, mantenuto almeno fino al IV secolo quando i contenitori cominciavano ad arrivare dal Portogallo quando sono presenti in tutti i ritrovamenti costieri altoadriatici. Tutte le oservazioni che abbiamo fatto accompagnano il riconoscimento delle anfore iberiche specialmente per salse di pesce e la carta della loro distribuzione ,che era lo scopo dello nostro studio, che sempre deve essere

completato grazie alle nuove ricerche in Peninsula Iberica e le nove elaborazioni delle anfore nel Alto Adriatico.

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Toniolo 1987              A.Toniolo, I contenitori da trasporto di epoca

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Toniolo 1991              A.Toniolo, Le anfore di Altino, in Archeologia

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