5O-51 e le anfore per l'olio Dr 2O . Abbiamo notato anche i contenitori
per vino Haltern 7O, qualche esemplare delle Dr 28 betiche o/e catalane,
numerosi frammenti, specialmente nella laguna e sulla costa , delle
Dr 2-4 fra i quali forse
una parte spagnola (non evidenziata sulla presente carta ). Non riportiamo
qui la valutazione archeologica dei vari caratteri di ritrovamenti
e depositi che potevamo studiare durante gli ultimi anni. I ritrovamenti
veneti hanno varie caratteristiche nella terraferma ma i piu' specifici
sono quelli provenienti dai canali e dalle rive delle isole nella
laguna veneta(fig.3). Qui ci limiteremo ad un commento della carta
di ritrovamenti, che in grande parte potevamo individuare per la prima volta.
Generalmente potevamo osservare
sia in terraferma che in laguna, una grande dispersione nel territorio
e un' ampia disuniformita' della distribuzione dei vari tipi di anfore.
La piu'consistente concentrazione di un solo tipo, anche se con varianti,
Beltran IB e Dr 7 si trova
a Verona;(fig.1) un solo esemplare e' disperso a Vicenza ed un altro,
simile Pompei VII, a Padova(fig.6,7). Il deposito veronese presso
il fiume e' , in senso assoluto, il piu' grande nel Veneto e forse
nell' Italia del Nord . Di Verona non sono pero' solo i ritrovamenti
di questo deposito, nelle vicinanze della Tomba di Giulietta, ma anche
quello della via N.Mazza ove le anfore spagnole sono uno dei tipi
ivi presenti. In questo secondo ritrovamento non vi e'la presenza
di un solo tipo cosi evidente come nel primo.
Il deposito scoperto presso la Tomba di Giulietta
comprende i contenitori della produzione della zona di Cadice di epoca
augustea ed e' il piu' antico deposito spagnolo nel Veneto(fig.2).Il
deposito dall' altra parte del fiume, di v.N.Mazza, contiene anfore
Dr 8 similis, Beltran IIB assieme con gli altri tipi non spagnoli
ed e' probabilmente del pieno I sec.d.C. Al momento il tipo Beltran
IIB e'notato a S.Basilio ( fig. 8) e a Verona.
Una percentuale abbastanza alta, in confronto al totale di anfore
ritrovate, si manifesta con il tipo Beltran IIA a Roncaglia di San
Nicolo' nei pressi di di Padova (fig. 6); un singolo ritrovamento
di questo tipo proviene da Este ed un altro da Canale Catena nella
laguna(fig.10,11). A Roncaglia ci sono sei anfore Beltran IIA, che
possono provenire dalla zona di Cadice; e' molto meno probabile una
loro imitazione gallica. Esse sono circa il tre per cento dei ritrovamenti
di questo deposito composto di vari tipi. A Roncaglia e'stato rinvenuto
assieme un grande lotto di anfore a fondo piatto che, in parte, possono
essere iberiche: andaluse o catalane . L' insieme delle anfore spagnole
di Roncaglia e' da considerare una importazione intenzionale gia'dalla
meta' e nel resto del I sec.d.C. Come risulta dai ritrovamenti di
Este, Canale Catena ( fig. 10) e Aquileia, era uno dei tipi
che nel I secolo arrivava anche nellla Venetia appositamente e non
solo di passaggio per la Pannonia ove viene anche ritrovato(fog.4).
Un' altra osservazione risulta dalla distribuzione geografica.
Nel Sud della regione, Polesine di Rovigo ed
Adria( fig. 9),osserviamo la presenza di vari tipi di anfore spagnole
pero' in pochi esemplari e spesso come ritrovamenti singoli. Si tratta
di frammenti che, con una certa probabilta' , si possono identificare
come Dr 7-11, rinvenute alla supereficie del terreno e negli scavi
di Adria, Corte Cavanella, San Basilio accanto alle Dr 8, Dr 2O e
Almagro 5O-51 (e anche due Haltern 7O non evidenziate sulla carta).
Invece con lo sbocco dell' Adige ,Po e coste e' collegato il fenomeno
della presenza di contenitori di epoca tardo-romana e provenienza
della Penisola Iberica. Osserviamo la presenza delle forme Almagro
5O-51 in tutta la costa veneta e nei ritrovamenti della laguna. Sulla
costa essi sono a Corte Cavanella, San Basilio, Altino, Caorle, Concordia
Sagittaria; ad Altino le Almagro 5O sono in gran numero; nella laguna
sono molto frammentarie ( fig. 4). Questi contenitori testimoniano
la continuita' di contatti di importazione delle salse di pesce dopo
il III sec.D.C. dalla Lusitania, oppure come dimostrano le nuove scoperte,
possono provenire anche dalla Betica.
Gia' con questi esempi possiamo mostrare, che
nel Veneto certi tipi di anfore si manifestano in certe zone:il tipo
augusteo presente a Verona Vicenza e Padova non lo e' sulla costa
veneta e ,al contrario, le anfore tarde lusitane non ci sono nelle
localita' del retroterra. Si possono notare anche altre regole: le
anfore Dr 8 similis, che riteniamo di
imitazione forse locale, compaiono in singoli esemplari ma
in molti depositi. Assieme con le Dr 8 classiche, che sono
in numero simile, esse sono in numero assai
rilevante nel Veneto nel I sec.D.C. Le Dr 8 e Dr 8 similis sono presenti
nella costa e a Concordia Sagittaria ,in piu' esemplari ad Altino,nel
retroterra a Treviso,Este,Padova,Vicenza e Verona ( fig. 4-7,9). La
caratteristica di questi ritrovamenti e' la grande dispersione in
numero ristretto di esemplari nei i
ritrovamenti. Le forme Dr 8 similis sono da
trattare come una forma caratteristica per
Veneto che poi raggiungono anche la Pannonia. Un' altra caratteristica
presentano i ritrovamenti delle anfore Dr 2O olearie. Sopratutto,
sono poche in confronto ai ritrovamenti nelle altre provincie; poi
vi sono esemplari singoli nei ritrovamenti e solo ad Aquileia si presentano
in
numero piu' gran de ( fig. 4).Le Dr 2O nel Veneto
sono della meta' del I fino la seconda meta' del II sec.d.C., come
risulta dalla morfologia. Esse sono presenti nei ritrovamenti in laguna,
qualche volta assieme con le altre anfore spagnole, due integre con
diversa morfologia a Concordia Sagittaria; esemplari singoli ci sono
ad Altino (integro),Treviso, Este, tre ad Adria, Corte Cavanella e
San Basilio ( fig. 4,5,6,9).Possiamo gia' dire, che le localita' della
costa veneta presentano una caratteristica che non si puo' definire
per le localita' del retroterra: grande varieta' dei tipi per salse
di pesce, anfore per l' olio ed anche per vino betiche (Polesine,Concordia
Sagittaria) importate della meta' del I-II sec.d.C.,presenza di contenitori
per salse di pese dopo il III sec.d.C importati dalla Lusitania o
Betica. I contenitori che abbiamo osservato e non segnato sulla carta
sono Haltern 7O e le Dr 28 che occorre verificare con le analisi.
Questi ultimi sono presenti, pare, in tutti i ritrovamenti sulla terraferma
e nella laguna. Sicuramente ad Altino, Concordia, Sagittaria, Roncaglia
e Verona ci sono alcuni esemplari con aspetto spagnolo.Come in tutti
i ritrovamenti questi contenitori accompagnavano le altre anfore iberiche
dal I-III sec.d.C. Non segnamo sulla carta particolare neanche i frammenti di anfore Dr 2-4, forse catalane, (laguna, Altino,
Concordia Sagittaria ); invece le catalane Pascual 1 non le abbiamo
notate nel Veneto. A questo punto occorre dire della presenza dei
contenitori rari nel Veneto. Un esemplare Dr 14B ad Altino (fig. 5),
che forse e' stato compreso nelle Dr 14A ad Aquileia. Quello lusitano
di Aquileia e' il primo contenitore della fine del I e II sec.d.C.
che e' arrivato dal Portogallo e serviva per le salse di pesce come
i contenitori tardi lusitani presenti sulla costa. Un altro contenitore
poco numeroso e' Dr 12, con molte varianti, che
in generale accompagnavano gli altri tipi di
anfore per salse di pesce. Una delle varianti la troviamo a Verona,
esemplare caratteristico per tutto il ritrovamento veronese, uno,
piu' classico, ad Altino . Questi contenitori prodotti assieme con
gli altri tipi di anfore provengono dalla zona di Cadice del I sec.
d.C.(fig.2) Alla fine, dobbiamo notare i contenitori, sulla nostra
carta chiamati Dr 9-11, con grande probabilita' betici; pero' non
e' da escludere in qualche caso di imitazione francese o catalana
delle Dr 9-1O degli esemplari del I sec.d.C. Specificatamente, gli
esemplari Dr 9 sono presenti a Treviso, Altino, uno Dr 9-1O forse
francese a Padova ( via Gattamelata ), un altro, anch'esso Dr 9-1O,
di Verona (oggi a Valdonega ); solo un esemplare Dr 1O solo proviene
da Este ( fig.6). Ricordiamo, che ci sono molti frammenti delle anfore
Beltran I-IV, segnati sulla nostra carta Dr 7-11, dei quali non possiamo
distinguere il tipo, questo succede specialmente
nella laguna e nel Polesine ( fig.8,9). Invece
le Dr 11, tipo poco preciso morfologicamente che ha le caratteristiche
delle anfore betiche, e' presente, in esemplare singolo, a Verona
alla Tomba di Giulietta e a Padova ( via Gattamelata ). I tipi Dr
9-11, come quelli Dr 12 e 28, sembrano essere produzione che accompagnava
le forme piu' popolari. Non troviamo
invece nel Veneto le Dr 13 e Dr 17, che sono rare del pari nei ritrovamenti
europei nel I ed inizi del II secolo. La laguna ha una sua specifica
di ritrovamenti che
vale presentare, dato che mai e' stato fatto.
La caratteristica comune di ritrovamenti provenienti dalla laguna
e' la loro framentarieta'; per esempio la grande quantita'di frammenti
delle anse delle Dr 2-4 con paste varie ma anche alterate dall' acqua,
fra questi probabilmente possono essercene anche di spagnoli. Per
gli altri ritrovamenti spagnoli notiamo : Dr 2O dell' Ottagono, Santa
Caterina,San Lorenzo Monoxile,Canale Catena; da questo
ultimo luogo proviene anche una Beltran IIA
incompleta; Dr 7-11 sono presenti in Fusina, Sacca delle Case (Tessera),
Santa Caterina, San Ariano, in qualche ritrovamento insieme con le
Dr 2O vi sono anche le Almagro 5O-51; una anfora incompleta da individuare
come Dr 8 e' stata rinvenuta nel Canale Riga' ( fig.10,11). Il significato
di questi ritrovamenti sara' piu' chiaro dopo le esplorazioni dei
naufragi presso la costa veneta, pero' gia' oggi i reperti della laguna
testimoniano la comunita' con i materiali della costa ma
anche dei contatti fr a Hispania e Venetia.
Come cercavamo di mostrare sopra, la distribuzione
di contenitori spagnoli nel Veneto ha le sue specifiche secondo le
zone e la cronologia. La fascia costiera veneta e' collegata con il
mare in modo naturale. Aquileia ed altre localita' vicino al mare,
presentano diversita' di contenitori iberici dalla meta' del I al
III e IV.sec.d.C. Dominano i contenitori per salse di pesce, ma non
mancano delle olearie; pochissime sono le anfore vinarie betiche e
tarraconense del I sec.d.C. La presenza di questi contenitori, sulla
fascia costiera veneta, e' collegata con il trasporto verso Aquileia
e le
zone norico-pannoniche. La fascia del retroterra
veneto, fra i fiumi, sembra essere collegata con la Postumia dalla
parte del mar Tirreno. Nel caso di Verona,puo' darsi anche con il
traffico commerciale dell' arco rodano-renano e la distribuzione transalpina
gia' sotto Augusto. I depositi come quello di Roncaglia, la dispersione
di anfore singole in Padova ed Este sembra avere un carattere intenzionale
ma occasionale collegato con il mercato interno sia per la Postumia
sia per il Po ed Adige, forse anche con il delta, nel Polesine, ove
abbiamo anche vari e singoli contenitori spagnoli. La fascia prealpina
veneta ci sembra priva di contenitori spagnoli, che non abbiamo visto
ne' a Feltre ne' a Montebelluna dove ci sono contenitori adriatici.
Piu' a Ovest sembra esserci qualche esemplare spagnolo ad Asolo. L'
uso secondario delle anfore, anche spagnole, e' pratica piuttosto
usuale nel Veneto. Alcune rotte ma ancora con i tappi come a Padova.
E' difficile pensare che venissero tasportate rotte per tanti chilometri
per essere usate come drenaggio.
E' dunque una ulteriore conferma di una apposita importazione
apposita per la zona. Il grande insieme di Verona, probabile magazzino,
ha salvato una parte delle anfore integre. Questo deposito si caratterizza
per la
uniformita' delle anfore presenti e della cronologia
che sembra indicare una importazione in una sola volta. Nei ritrovamenti
discussi, nel Veneto abbiamo registrato circa duecento anfore solo
per salse di pesce spagnole. Non contiamo qui Aquileia e il Friuli
che sono menzionate solo come punto di riferimento. I ritrovamenti
hanno una loro cronologia, data dalla ricognizione delle forme, che
si riuniscono in fasce cronologiche. Piu' antiche sono le anfore augustee
di Verona; a questo periodo appartiene una di Vicenza ed una di Padova.
Il resto dei ritrovamenti delle anfore per garum, come quelle specifiche
per Veneto Dr 8 similis, possiamo datarli, come probabili imitazioni
catalane, al I sec.d.C.
Le anfore sono piccole ed erano facili
da distribuire nel mercato padano e pannonico. C'e' anche un gruppo
di contenitori per garum, portati alla fine del I e II secolo, che
vediamo ad Este, Roncaglia, Aquileia e nella laguna (Beltran IIA)
che sembrano essere collegati con la distribuzione adriatica e poi
padana. Rimane un certo dubbio per i contenitori per garum Dr 9-11,
pochi ma presenti ad Este, Altino probabilmente spagnoli o francesi
del I secolo. Sembra che la loro presenza sia
collegata con la distribuzione degli altri tipi, come nel caso delle
Dr 28. Questi ultimi ,in base ai bolli Sex.Domiti, ha notato P.Baldacci
a Lugano, Nyon, Basilea, Oberaden, Carpentras ma anche a Milano. Possiamo
aggiungere un esemplare, con tappo bollato di Concordia Sagittaria,
Altino, Roncaglia e Verona ove sono presenti altri tipi spagnoli del
I sec.D.C. Secondo l' opinione di P.Baldacci i territori padani rimangono
sempre isolati dagli Alpi, noi possiamo pero'aggiungere che nel caso
del commercio iberico non vi e' isolamento completo, ma una forma
di compensazione delle produzioni locali data dalla ricchezza delle
terre in cui nascevano tutti i prodotti alimentari. Nel caso veneto
vi e' un' altra forma del commercio in confronto alla Renania ove
ai legionari mancavano prodotti mediterranei ed essi dovevano essere
importati in piu' grande quantita'. Forse la concentrazione degli
abitanti nei castra era piu' grande cio' che non succedeva nel Veneto,
percio' la nostra immagine della intensita' del commercio con la Betica
ha anche questa prospettiva data dalla densita' della popolazione.
Anche se ci sembra che i ritrovamenti delle
citta' costiere adriatiche siano piu' legati
con il passaggio in transito della merce spagnola per il retroterra
veneto, proponiamo la visione di importazioni intenzionali sia via
Valle d' Aosta sia dalle coste tirreniche per la Postumia. Proprio
questi ultimi tratti sembrano essere piu' antichi in base ai contenitori
ritrovati a Verona.
Nel pieno I secolo ed anche nel secolo successivo
sembra che i
contenitori arrivasseroo lungo l' Adriatico
per proseguire in parte verso la Pannonia e in parte essere distribuiti
nel mercato interno, mantenuto almeno fino al IV secolo quando i contenitori
cominciavano ad arrivare dal Portogallo quando sono presenti in tutti
i ritrovamenti costieri altoadriatici. Tutte le oservazioni che abbiamo
fatto accompagnano il riconoscimento delle anfore iberiche specialmente
per salse di pesce e la carta della loro distribuzione ,che era lo
scopo dello nostro studio, che sempre deve essere
completato grazie alle nuove ricerche in Peninsula
Iberica e le nove elaborazioni delle anfore nel Alto Adriatico.
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