La fondazione e la donazione del museo alla comunità
di Grosseto sono legate alla figura dei Canonico Giovanni Chelli (Siena
1809 ‑Grosseto 1869), un intellettuale senese dalle posizioni particolarmente
progressiste per il suo tempo.
Il primissimo
nucleo dei museo nacque in modo casuale dagli oggetti antichi che il canonico
iniziò a disporre nella biblioteca da lui aperta al pubblico nel marzo
dei 1860; ma già nel corso dello stesso anno cominciò a raccogliere reperti
archeologici per l'esplicito progetto di creare un museo che andasse ad
affiancare la biblioteca.
Nel 1923 assunse la carica di direttore della Biblioteca
Chelliana, dei Museo Civico e della Pinacoteca un altro ecclesiastico,
Antonio Cappelli (Grosseto 1868‑1939). li suo primo atto fu di traslocare
in quella che è ancora oggi la sede ufficiale della biblioteca e lo è
stata fino al 1955 anche per il museo: il palazzo dell'ex seminario in
Via Mazzini.
Ma l'archeologia era solo uno dei molti interessi
di Antonio Cappelli; la passione che segnò gli anni della sua gestione
fu un nuovo museo: il Diocesano d'Arte Sacra, inaugurato il 9 agosto 1933
nei locali ristrutturati e costruiti allo scopo sopra la sacrestia del
Duomo.i due musei ebbero una sede in comune solo nel 1975,
nel palazzo tardo‑ottocentesco dell'ex Tribunale di Piazza Baccarini,
inaugurata nel corso dei Congresso Nazionale dell'Istituto di Studi Etruschi
e Italici.
Nel gennaio 1992 il Museo per irrinunciabili interventi
di ristrutturazione è stato nuovamente chiuso. Il 21 Marzo 1999, in una
veste completamente rinnovata e con moltissimi nuovi depositi delle Soprintendenze
e della Diocesi e acquisizioni degli scavi più recenti nel territorio,
è stato riaperto alla presenza dei Presidente della Repubblica.
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