CINGULUM

Il cingulum in epoca romana era il simbolo specifico del soldato, tanto da dare origine a tutta una terminologia specifica. Nel periodo tardoantico esso conservò al pari di certi tipi di fibule, come appunto le così dette "Zwiebelknopfffibelii", un importante significato, come simbolo della funzione esercitata dal singolo. Funzione che poteva riguardare l'amministrazione militare o quella civile, dato che era comune la divisa indossata in servizio, dai tempi di Alessandro Severo. Fibule d'oro, d'argento o dorate ed elementi di speciale distinzione, come le fibbie per cingula con ritratti imperiali erano oggetto di specifici donativi (largitiones) che venivano effettuati direttamente dall'imperatore in occasioni particolari. La produzione di esse e di altri oggetti, come ad es. gli elmi dorati, era effettuata da maestranze specializzate, di cui gli aurifices specierum probabilmente lavoravano l'oro, gli argentarii producevano gli oggetti d'argento e i barbaricarii si occupavano di lavorazioni meno complesse, come la decorazione a niello, l'argentatura e la doratura (MALTE JOHANSEN 1994, p. 229, n. 50). Tali oggetti venivano realizzati nei thesauri, il cui elenco ci è offerto dalla Notitia Dignitatum. Essi erano annessi per lo più alle zecche (per la parte occidentale dell'impero si ricordano Roma, Milano, Aquileia e Siscia), ma ve n'erano anche in altre località di particolare importanza come Augusta Vindelicorum (attuale Augst in Baviera), che per alcuni decenni fu sede del dux delle due Rezie e presso cui si rinvennero due elmi dorati, appartenuti probabilmente ad alti ufficiali, e la città di Savaria, attuale Szombathely in Ungheria, in cui esisteva un palazzo imperiale che è stato in parte rimesso in luce e in cui soggiornarono più imperatori da Costantino il Grande, a Costanzo 11, a Valentiniano nel 374375 (SZENTPKELY 1994). Ad Aquileia, dunque, la Notitia Dignitatum cita la presenza di un Praepositus thesaurorum Aqui1eiensium Venetiae (Not. Dign. Occ., XI, 21). Proprio ad Aquileia una dedica a Giove, già esistente nel Monastero delle monache, dell'omonima località e scomparsa da oltre due secoli (CIL, V, 785 = ILS, 7592 = LA., 249, cfr. PANCIERA 1956, pp. 31 e 88) fu eretta da un certo Aurelíus Cassianus che si definisce barbaricas o barbarica[riujs. Ci è conservato il disegno, da cui apprendiamo che su una faccia il dedicante aveva fatto raffigurare un uomo di fronte, armato di pilum che tiene per la briglia un cavallo. La nudità fa escludere che si volesse raffigurare un membro della cavalleria militare: sembra più probabile pensare a uno dei Dioscuri, che figura in posa simile ad es. alla fine del 1 sec. a. C. nelle gemme incise dall'omonima officina aquileiese (SENA CHIESA 1966, pp. 216-219). La mancanza del praenomen e il gentilizio Aurelius ci orientano verso il periodo tardo imperiale. Il nostro personaggio era certo un cittadino romano, originario della Siria, che in Italia doveva avere degli interessi a Voghera, dove era diventato decurione ovvero membro del consiglio municipale. 1 limiti massimi di oscillazione cronologica sono il 222, anno della Constitutio Antoniniana che concesse la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'impero e il 380, anno in cui il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell'impero romano. La dedica a Giove ci fa ritenere che il personaggio fosse pienamente inserito nell'amministrazione ufficiale romana. Una delle ultime dediche a Giove, forse l'ultima venne datata dal Brusin alla fine del 111 - inizio del IV (LA., 262), mentre il nostro testo ricevette una datazione generica al 111 sec. Sappiamo che nel periodo tetrarchico per volere degli imperatori vi fu una generale tendenza al rinnovo di templi e santuari e anche al culto delle divinità tradizionali dell'impero (nel momento in cui si scatenava l'ultima persecuzione contro i Cristiani) attestata da dediche a Mitra, a Giove appunto e ad altre numerose divinità. Sembra dunque possibile che il nostro personaggio abbia esercitato la sua attività di barbaricarius in un momento particolare e solo occasionalmente ad Aquileia.