DER ARCHÄOLOGISCHE PARK VON ROSELLE  

Im Altertum stellten die Flüsse grundlegende Kommunikationswege dar: dafür sind die zahlreichen archäologischen Funde entlang der Flussbetten eine Bestätigung.

Der Ombrone charakterisiert hydrographisch die Provinzen von Siena und Grosseto, und dank seiner Zuflüsse Arbia, Merso und Oreia, wächst er während seines Laufes immer weiter an. In der Antike war er  vielleicht in großen Teilen  beschiffbar, so daß ihn Plinius d. Ä. im  III. Buch der Naturalis Historia als "navigiorum capax" (beschiffbar) bezeichnet, während der lateinische Dichtet Rutilius Namatianus, der das Gebiet um 417 V.Chr. bereiste als "ignobile.flumen" (ein unansehnlichen Fluß) erinnert. Wenn man vom Tal des Ombrone spricht, so ist es notwendig, auch die eigentümliche geographische Bildung der Maremma Küste in Erwägung zu ziehen. Die Ebene von Grosseto existierte nicht, sondern an ihrer Stelle befand sich eine Meeresbucht, die langsam versandender sog. „See“ Prile. Der Golf und die Lagune beeinflußten das Dasein der etruskischen Städte Roselle und Vetulonia, die an diesem Meeresspiegel gelegen waren, sehr positiv.

Dor Prozeß der Vorsandung, der im Verlauf der Zeit zum Verschwinden der Meeresbucht und zur Bildung der heutigen Maremma Ebene führte,‑ geht auf die, vom Ombrone und vom Bruna mitgeführten Sandmassen zurück, ebenso wie die Meeresströmungen, die den See Prile zunächst in eine Lagune und erst sehr viel später (vermutlich von der Spätantike oder dein Frühmittelalter an) in einen Sumpf verwandelte. In jüngerer Zeit wurde er unter der Herrschaft der Lorena (1 8.‑19.Jahrhundert) trockengelegt.

Antike Funde bezeugen, daß das Ombronetal schon in prähistorischer Zeit von Menschen frequentiert wurde. Reste aus dem Paläolitikum sind in der Grotte „la Fabbrica" zum Vorschein gekommen, die sich zum westlichen Ausläufer der Monti dell’ Uccellina und nach Poggio Calvello, nahe Grosseto hin öffnet.

Das Neolitikum ist hingegen im Gebiet von Roselle vertreten, wo man Äxte aus geglättetem Stein gefunden hat.

Die Bronzezeit wird in der Umgebung von Montepescali (grotta del Fontino) und nahe von Sticciano (grotta Lattaia) belegt.

In frühgeschichtlicher Epoche, scheint das Gebiet um Roselle von einer Serie von kleinen Besiedlungen okkupiert worden zu sein: man kennt aus der Zeit der späten Bronzezeit eine Besiedlung bei Poggio di Moscona und Poggia Diacciolone nahe von Nomadelfia, die sich vielleicht in Beziehung zu der Siedlung nahe Colle delle Macinaie sowie, derjenigen bei Poggio Calvello nahe Grosseto setzen läßt. Wir besitzen keine ausreichenden Quellen, um die ursprüngliche Bevölkerungstruktur im Gebiet wo sich Roselle entwickeln wird, zu rekonstruieren. Es scheint jedoch, daß das Gebiet bereits in der Eisenzeit Besiedlungen kleineren Ausmasses besaß, vielleicht auch nur für kurze Zeit bewohnt war.

IL PARCO ARCHEOLOGICO DI  ROSELLE

In antico i fiumi costituivano fondamentali vie di comunicazione: ne sono una conferma i numerosi ritrovamenti archeologici lungo le vie fluviali.

L'Ombrone caratterizza idromorfologicamente le province di Siena e Grosseto e, grazie ai suoi affluenti Arbia, Merse ed Orcia, aumenta durante il percorso la sua portata idrica. Probabilmente in antico era atto alla navigazione per buona parte del suo corso, tanto che Plinio il Vecchio lo definisce, nel III Libro della Naturalis Historia, "navigiorum capax" (navigabile), mentre il poeta latino Rutilio Namaziano, che costeggia la zona nel 417 d.C. circa, lo ricorda come non... "ignobile flumen "(... un fiume non trascurabile).

Parlando della valle dell'Ombrone, è necessario considerare anche la diversa conformazione geografica della costa maremmana; la pianura grossetana non esisteva, al suo posto era situato un seno di mare che è andato lentamente interrandosi: il "lago" Prile. La presenza del golfo e poi della laguna condizionarono positivamente le città che in età etrusca si affacciavano su questo specchio di mare: Roselle e Vetulonia.

Il processo, che porterà nel corso dei secoli alla scomparsa del seno marino e alla formazione dell'attuale pianura maremmana, si deve all'addensamento dei detriti portati dall'Ombrone e dal Bruna, nonché alle correnti marine che trasformarono il lago Prile prima in una laguna e, solo molto più tardi (a partire probabilmente dallità tardo‑antica o alto ‑medievale), in palude, bonificata in tempi recentissimi sotto il dominio dei Lorena (XVH1‑XIX secc.).

Antichi ritrovamenti testimoniano che la valle dell'Ombrone fu frequentata da gruppi umani fin da età preistorica. Reperti pertinenti al Paleolitico sono stati rinvenuti presso la grotta "La Fabbrica", che si apre sul versante occidentale dei Monti dell'Uccellina, e a Poggio Calvello, presso Grosseto.

Il Neolitico compare, invece, nell'area di Roselle, dove sono state rinvenute asce in pietra levigata. L'Età del Rame è attestata nei pressi di Montepescali (grotta del Fontino) e vicino a Sticciano (grotta Lattaia).

In Età Protostorica, il territorio circostante Roselle appare occupato da una serie di piccoli insedharnerni: si conoscono, relativamente all'Età del Bronzo Finale, l'abitato sul Poggio di Moscona e Poggio Diaccialone, nei pressi di Nomadelfia, da porre forse in rapporto con l'abitato del vicino Colle delle Macinaie, oltre all'insediamento di Poggio Calvello, presso Grosseto.

Non abbiamo ancora notizie sufficienti per ricostruire un quadro organico del popolamento, in età protostorica, nel territorio dove sorgerà Roselle. Sembra comunque che, nell'Età del ferro, l'area fosse occupata da insediamenti di piccole dimensioni, probabilmente abitati per periodi relativamente brevi.