Il rituale funerario della necropoli.
Il periodo tardoantico
 

Dr. Maurizio Buora - Musei Civici di Udine

Rileviamo che anche in quest'epoca, la meglio documentata in assoluto nella necropoli, è del tutto assente il contenitore in pietra. Sarcofagi isolati molto semplici (come quelli del così detto sepolcreto delle milizie di Concordia, ma privi di qualunque iscrizione incisa) si sono rinvenuti anche nel territorio, specialmente lungo le principali strade. t il caso di Arzene (ora nell'antiquarium di Tesis) e anche di Rivolto, probabilmente lungo una strada che collegava già in epoca romana Codroipo con Udine. Sono finora sconosciute nel territorio in esame le contemporanee tombe entro anfora, che troviamo in ambito urbano (Aquileia, Trieste). Tombe in muratura, che in genere si datano al V sec., sono presenti isolatamente. A lutizzo ne troviamo una ricavata da laterizi frammentati, con fondo intonacato. A Castions di Strada vi era in due casi solo un accenno di costruzione più simbolica che effettiva (BUORA 1993).

L'elemento di maggior rilievo è la pratica del refrigerium, ovvero la consuetudine di deporre offerte di cibo (vino e presumibilmente carne, ma senza osso, o vegetali) insieme con monete ed oggetti di abbigliamento personale, accanto a quelli indossati dal defunto che veniva deposto vestito di tutto punto, in genere in posizione supina e solo in qualche caso avvolto strettamente entro un sudario o nel proprio mantello (come nel caso della t. 51) e anche deposto di fianco. Questa pratica è attestata un po' dappertutto, ma ci è nota specialmente dalle necropoli pubblicate della Pannonia e in minor misura dalla Rezia. Le tombe di quest'epoca sono state oggetto di scavi in Aquileia e a Cividale specialmente nel secolo scorso e così i dati si sono persi. Notiamo anche a lutizzo quello che risulta da altre parti dell'Italia settentrionale e dall'ambito provinciale, ovvero che le offerte di oggetti e di cibo erano prevalentemente deposte ai piedi (Milano capitale, p. 281; FRIEDHOFF 1991, p. 145) ma anche accanto alla testa, abitudine che è attestata ancora nella prima metà del V sec., ad es. nella tomba 65 sotto la chiesa di S. Severino a Colonia (FRIEDHOFF 1991, p 155). Sembra che questa pratica sia leggermente più frequente per quanto riguarda le tombe femminili, ma è presente in generale anche in quelle maschili.

A lutizzo poi non si sono riscontrate tombe multiple (ignote, tuttavia, anche a Castions di Strada), salvo la n. 56, che tuttavia conteneva solo parti di due inumati, probabilmente in deposizione secondaria.