COLLANE della necropoli tardoantica di via Donota a Trieste, ove se ne recuperarono un vago dalla tomba 19A (evidentemente usato in connessione con perle vitree di altro tipo, parimenti rinvenute) datata al IV sec. e altro es. dalla tomba 3 datata all'avanzato V sec. (SCOTTI 1982, pp. 104-105). Sembra rimarchevole da un lato l'assenza a lutizzo di perle in pasta vitrea di altra forma o varietà, come pure se ne trovano in altre tombe, tuttavia non esattamente databili. Osservìamo anche come le perle in pasta vitrea poliedriche manchino nella pianura padana e nelle coeve tombe pannoniche, il che fa supporre che si tratti di una moda locale, "aquileiese" dipendente con tutta probabilità da una produzione da collocare nell'ambito della città di Aquileia. In realtà la presenza di vaghi di collana políedrìci sembra attestata fin dal Il sec. d. C., se dobbiamo attribuire a quest'epoca, come è stato proposto, due collane della Walters Art Gallery di Baltimora (PIRZio BIROLI STEFANELLI 1992, p. 253, cat. nn. 143-144). Anche la chiusura a gancio d'argento della collana della t. 38 corrisponde a un tipo che sembra entrato nell'uso da tempo. Si veda un esemplare in oro dal tesoro di Borralhera (Portogallo) che la presenza di monete fa datare all'ìnizio del 111 sec. (PIRZio BIROLI STEFANELLI 1992, p~ 265, cat. n. 221, fig. 254). |