Qual' e' la ragione di tornare a commentare i risultati degli scavi polacchi svoltisi nella laguna veneziana gia trentacinque anni fa ? (fig.1) Indipendentemente dalla ragione di ricordare i successi delle ricerche polacche nel Mediterraneo, ci sono anche i motivi forniti dalle ricerche odierne.Indubbiamente le ricerche della missione PAN diretta da Lech Leciejewicz hanno permesso di confrontare la realtà archeologica e le leggende sulla storia di Venezia create dai cronisti medievali. Chissà se non e' ancora più importante che hanno provocato 11 interesse per l'archeologia del terreno nel territorio veneto ed anche lo sviluppo degli studi complessivi sia sull' alto medioevo che sulla romanità della costa veneziana. C'e` anche la mia ragione privata data dalla partecipazione alle ricerche veneziane dagli anni ottanta fino ad ora (fig.2). Come si sono trovati gli archeologi polacchi nell' isola di Torcello nell 1961?. Ce lo rivela in parte G.P.Bognetti(1961) che fu' direttore dell' Istituto di Storia della Societal dello Stato Veneziano, della Fondazione Cini di Venezia , mentre i Particolari avevo il piacere sentire direttamente da Lech Leciejewicz che dirigeva lo scavo(fig.3). La iniziativa nacque durante i congressi dei medievalisti svoltisi a Salerno e Varsavia ove G.P.Bognetti conobbe A.Gìeysztor e W.Hensel e sopratutto i risultati dei lavori dei medievalisti polacchi. Cosil nacque 11 idea di assegnare all' allora Istituto di storia della Cultura Materiale dell' Accademia polacca delle scienze (PAN) 11 esecuzione dello scavo svoltosi in due campagne consecutive. Parallelamente, la Soprintendenza archeologica del Veneto, che autorizzava lo scavof eseguiva, con la dirigente G.Fogolari (1961)un altro scavo nella parte meridionale del isola, presso la chiesa di San Giovanni Evangelista. I risultati completi dello scavo polacco sono stati pubblicati piut avanti nel 1977 (Leciejewicz,Tabaczynska,Tabaczynski 1977) che e' stato fino a poco fa' l'unico, e sicuramente il primo, scavo stratigrafíco nelle zone lagunari dellí Alto Adriatico.(~'3 Esso e' stato effettuto nell' isola di Torcello, la quale e' situata una decina di chilometri a Nord-Est di Venezia(fig.5). La scelta e' stata fatta con riguardo alla importanza dell' insediamento insulare veneziano della gente spostatasi dalla 2. parte della costa di Altino, come voleva la tradizione, gial durante gli invasioni degli Unni di Attila nella meta' del V sec. (Ortalli 1981; Modrzewska,Pianetti 1996). Infatti, presso la cattedrale e' stata trovata la lapide commemorativa della fondazione della basilica del 639, che pero, secondo alcuni potrebbe provenire da Cittanova e spostata poi dalle autoritalecclesiastiche a Torcello. Ciol che, data la mancanza di materiali lapidei nella laguna, veniva praticato in tutto il corso della storia. Il periodo bizantino e altomedievale per tutta la costa e' stato tempo di grandi trasformazioni per i popoli della Cisalpina orientale per gli insediamenti gotici e longobardi cosi come a causa dei grandi eventi climatici che, piul che normalmente, in questa regione, hanno cambiato lf immagine della costa da Grado ed Aquileia a Torcello e verso gli sbocchi dei fiumi Brenta e Po (Brambati 1985)(fig.6). Ambedue i fattori venivano piul tardi descritti dai cronisti medievali come Paolo Diacono, Giovanni Diacono e dai cronisti altinati, che descrivevano diversi fenomeni dopo secoli secondo le necessita' dei sovrani. Indubbiamente, dopo le ricerche archeologiche lungo tutta la costa altoadriatica e la laguna, si e' attestata la cosi detta l'alluvione" descritta da Paolo Diacono, cronista longobardo dello III sec., che doveva essere dovuta all' aumento dei livelli dei fiumi e del mare. CioO dovrebbe essere successo nello Alto Adriatico nel VI-VII secolo. I piu, recenti scavi a Concordia Sagittaria e Jesolo hanno dimostrato rialzamenti dei pavimenti delle prime chiese dei secoli IV e V sec.(Croce Da Villa 1984, 45;Sandrini 1987,99; Tombolani 1985,73-90).Ciol che gía' prima risultava dagli scavi polacchi a Torcello. Infatti,la stratigrafia torcellana, fatta separatamente per i due scavi: una presso la chiesetta di San Marco, luogo di leggendario deposito della salma di San Marco prima della sua traslazione a Venezia nel IX secolo, (scavo 1, Leciejewicz 1981), un' altra (scavo II) rilevata nello scavo davanti la cattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa di Santa Fosca, ambedue ubicate presso una piazza non abitata dal Medioevo(fig.7). Come hanno dimostrato le ricerche di archivio, nel XVI secolo esistevano ancora nella isola varie chiese e monasteri scomparse oggi dalla superficie (Vecchi 1981). E' un fenomeno che non e' isolato nella laguna, ove la subsídenza ha provocato vari spostamenti dei monasteri situati nelle isole dal medioevo. Come esempio si puol dare 11 abbandono die monasteri esistenti dal medioevo nella isola di San Lorenzo di Ammiana situata a Sud-Est di Torcello e tante altre ora quasi coperte dalle acque salmastre della laguna (Dorigo 1996; Marabini, Veggiani 1992). Il fenomeno di abbassamento del suolo ef il fenomeno fisico piul importante che influisce sulla storia degli insediamenti nella laguna veneziana, formata dai sedimenti di fiumi che con una densa rete coprono le terre venete. Fenomeno provocato dal costipamento dei sedimenti e da eventi neotettonici (Pianetti,Zanferrari 1980; Pianetti 1968). Questo fenomeno cambiava ambiente lagunare nel passato, come lo cambia finora, esso viene studiato da vari specialisti di Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Venezia, studi iniziati da G.Norandini 1960. Torniamo alla prima missione polacca che doveva confrontare tutti questi problemi nel terreno, cioe' in una delle duecento isole veneziane (Leciejewícz Tabaczynska,Tabaczynski 1961).La parte che stupisce dopo tanti anni, e' la documentazione preparata dai membri della missione, specialmente i favolosi disegni colorati dei profili e delle sezioni fatti con la grande capacita' di E.Tabaczynska. Abbiamo potuto consultarli presso la Fondazione Cini, una parte della documentazione si trova presso la PAN di Varsavia. I quaderni dello scavo, gli inventari di materiali scelti, la documentazione mostrataci da L.Leciejewicz, sono stati elaborati nella pubblicazione edita dall' Istituto nazionale di archeologia e storia dell' arte di Roma (Leciejewicz,Tabaczynska, Tabaczynski 1977). Nelle varie parti dello scavo: davanti la cattedrale, chiamato l'in piazza" (scavo II); presso la chiesetta di S.Marco (scavo I), la missione polacca ha scavato fino a quattro metri di profonditaf dal piano campagna(fig.8). I dieci strati stabiliti avevano lo spessore medio di 40-70 cm. La missione ha raccolto i campioni del terreno sottoposto poi allo studio chímico-pedologico da A.Comel(1975) dell' allora Stazione chimico-agraria sperimentale di Udine dell' allora Ministero dell' agricoltura. Lo studio, un po' dimenticato, ci e' servito per gli studi attuali. Sarebbe in questo luogo troppo lungo disegnare il quadro cronologico-stratigrafico datoci dallo scavo 1961-1962, perot accenniamo che ora abbiamo intrapreso i lavori di verifica. Bisogna pero' dire alcune parole sullo scopo, sulla scelta del posto e sui risultati dello scavo. Per lo scavo príncipale(scavo II) e' stata scelta la piazza davanti la cattedrale dove fu collocata la sede vescovile di Altino-Torcello dal VII-IX sec. Il battistero antistante e' datato al VII secolo e proprio qui qualche mese fa' e' stato fatto lo scavo-sondaggio da parte di M. De Min della Soprintendenza ai beni culturali di Venezia.Esso dovrebbe servire per confronto con i sondaggi fatti qualche anno fa' davanti alla basilica di San Marco a Venezia (Ammermann, De Min 1994), ma piul con quello rigorosamente effettuato e studiato da E. Bonatti (1968) alle Motte di Volpego (laguna sud). A Torcello, accanto alla cattedrale, vicino alla chiesa di Santa Fosca (scavo II) e presso la chiesetta di San Marco (scavo I) sono state scoperte delle tombe. Era la zona centrale del isola, se anche non sembra la piazza del mercato, ma con funzione religiosa, e' qui che la missione polacca ha scoperto numerose sepolture antìstanti alle chiese dalla parte Ovest. La piazza del mercato sì ipotizza fosse verso la chiesa di S.Giovanni Evangelista, zona perof non sufficientemente scavata dagli archeologi italiani. Nella zona di scavo la missione ha riconosciuto le varie fasi insediative. I carotaggi sulla piazza sono stati effettuati dall'allora Istituto di Studi Adriatici del CNR di Venezia da A.Marcello e suoi collaboratori che hanno effettuato analisi botaniche, antropologiche e chimico-pedologiche. I risultati degli studi sono stati pubblicati fra il 1961 e il 1970 nel Bollettino dellf Istituto per la storia della societa, e dello stato veneziano della Fondazione Cini di Venezia e nelle Memorie di biogeografia adriatica dell' allora Istituto di studi adriatici del CNR di Venezia nello stesso intervallo di tempo (Marcello et al. 1968). Lo studio faunistico e' stato continuato da A.Riedel (Riedel 1981). Nello scavo nella piazza, la missione dopo le due campagne, ha delimitato dieci strati scendendo dallo strato comprendente il suolo all' argilla di tipo lagunare trovata a circa quattro metri di profondital reale ( le quote della documentazione sono invece riferite allo zero convenzionale posto circa due metri e cinquanta sopra la superficie della lastra commemorativa nel pavimento nella chiesa di S.Fosca). Nella parte meridioanle dello scavo verso la locanda cipriani Famosa per le visite dello scrittore Hemingway) ove il terreno si abbassa e la isola e' tagliata da canali, le rive erano state rafforzate da pali di legno, come si fece da allora in tutta Venezia. I pali sono stati importanti per le datazioni radiocarbonio effettuate dall' allora Centro per lo studio dei sedimenti recenti del CNR di Roma (Alessio et al. 1967) Dati recentemente calibrati da A.Pazdur che assieme con altri studi aspettano di essere pubblicati dall' Universital di Venezia. In base alla stratigrafia, le varie fasi insediative nella piazza a Torcello sono state delimitate fra il XVI e il I sec.D.C. Uno dei ritrovamenti piul importanti e' stato fatto nello strato quinto , ove c'e', a circa due metri sotto la superficie dell' isola, la officina vetraria datata al VII-IX sec. (Leciejewicz,Tabaczynska, Tabaczynskí 1977, 57-73)(fig.9). A parte i forni, sono state rinvenute le scorie vitree e frammenti dei prodotti fino a poco fa custoditi nel piccolo museo torcellano protette dal custode che da bambino aiutava la missione polacca negli scavi. ora i vetri, scrupolosamente inventariati da E.Tabaczynska, sono stati spostati, come il resto dei materiali dello scavo polacco nei magazzini della Soprintendenza Archeologica dei Beni Culturali di Venezia nell' isola di Murano, protette dalle alte maree ma non accessibili agli studiosi. Senza dubbio questa officina vetraria testimonia che nel VII-IX sec. ivi fioriva una grande attivital produttiva. Poi, questo luogo ef stato trasformato nel grande cimitero medievale, che e' stato scavato nella zona circostante da L.Leciejewicz nel 1983 nella breve campagna di scavo organizzata dal Dipartimento di Studi Storico Archeologici dell' Universital di Venezia diretto dal G.Traversari. Questa nuova attivital e' cominciata dal simposio italo -polacco a Venezia dedicato alle origini di Venezia (Le origini di Venezia 1981). Nel quadro di questa nuova collaborazione sono state effettuate anche le prospezioni gefisisiche nella parte vicina alla cattedrale e nella parte meridionale dell' isola ove le ricerche archivistiche indicavano 11 ubicazíone della chiesa di San Tommaso e forse un tempietto romano, ora invisibili in superficie (Modrzewska,Herbich in stampa). Un altro gruppo diretto da W.Hensel faceva ricerche geofisíche e archeologíche davanti la chiesa di san Donato nell' isola di Murano. I risultati delle ricerche sono ancora in elaborazione. A nostro avviso, molto soggettivo, tutto cío' che e' stato scoperto dalla missione polacca nel 1961-1962 sotto le fornaci per vetro, cioe' prima del VII seccolo, e' piul importante. sono i risultati concernenti 11 epoca bizantina (strato VII ,scavo II) e , piul in profondita,1 nella piazza si sono avuti i dati concernenti 11 Antichita-* romana (strato VIII e IX, sempre scavo II )(fig.10). Queste due epoche sono sate sopratutto obiettivo della nuova ricerca intrapresa nel 1994 per un triennio e che ora proseguira, per altri tre anni di un progetto comune di ricerca dell' Istituto di Archeologia ed Etnologia PAN Varsavia ( un tempo IHKM PAN primo realizzatore dello scavo) e dellfIstituto per lo Studio della Dinamica delle Grandì Masse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Venezia. Nel quadro di questa collaborazione finora si sono svolti vari studi archeologici, fra essi quelli sulle ceramiche torcellanetn,'4"AJ (Modrzewska in stampa; Modrzewska 1996), geologici, storici, analitici (hanno partecipato F.Pianetti, L.Leciejewicz, G.Calderoni, Z.Hensel, T.Baranowski, M.Pawlikowski, I.Modrzewska, A.Buko)(fig.12). I risultati di questi primi anni degli studi fra poco dovrebbero essere pubblicati come Rapporti Tecnici del CNR di Venezia. Tutti gli studi avevano come scopo la verifica e precisazione delle datazioni torcellane sulla base di vari materiali avuti a disposizione, fra essi le ceramiche in funzione delle datazioni stratigrafiche. Cosil elrisultato che durante la alluvione, descritta da Paolo Diacono, gial nominato, la isola non e' stata abbandonata ma solo et stato rialzato il livello del terreno della piazza. La ceramica ivi ritrovata dimostra la continuítal della vita, almeno dal IV -VII sec, per ltepoca tarda discussa qui. In breve commentiamo 11 importanza dei rìtrovamenti degli strati piul profondi nella piazza di Torcello 1961-1962. Esse giacevano alla profondital di circa quattro metri sotto il livello attuale dellt isola e sono sopratutto i materiali ceramici datati all' epoca gíulio claudia. Questo fatto ha aperto la forte disscussione sulla romanitat della laguna. Fin oggi e' 11 argomento che divide i ricercatori fra quelli che, come W.Dorígo, ritengono che la laguna nell' Antichital fosse tutta terra e potesse essere abitata nel I sec.D.C. (Dorigo 1994). E quelli studiosi, specialmente della scuola padovana, che ritengono che la laguna fosse terreno piul o meno come ora, ciot che avrebbe dato la possibilital di comunicazioni endolagunari tramite le "fosse" (Rosada 1990). Le nuove ricerche a Cittanova Eracliana, ove risiedevano le autorital della comunital marittima delle cittal venete nel VII sec,D.C., hanno dimostrato che la cittal, ora circa a venti chilometri dalla riva, nei tempi romani fosse un' isola (Salvatorí 1989). Fra díscordanze, discussioni, leggende e le difficoltal date dal terreno lagunare gli studi iniziati dai polacchi, ha continuato E.Canal Ispettore onorario della Laguna. Egli da quarantf anni ha fatto prospezioni, specialmente nella laguna Nord-Est, scoprendo piul di duecento stazioni con i vari rítrovamenti mobili e in situ (Canal 1996)(fig.13). I suoi scavi fatti qualche anno fa' a San Lorenzo di Ammiana, a pochi chilometri da Torcello, confermano la possibilital della vita nelle varie isole veneziane dallO epoca romana almeno. Ivi e' stato trovato un pavimento datato, dai ritrovamenti ceramici, post quem alla fine del I sec. DC. L' idea della vita che continuava malgrado i cambiamenti climatici nel VI-VII sec.(Fersuoch, Canal et al., 1989), la scoperta di E.Canal, come una volta la prima scoperta delle traccie della romanitaí fatta a Torcello, ha i suoi ammiratori ed avversari. ci son quelli che ritengono che gli strati romani sono formati dal rafforzo delle isole con i materiali romani e terra portati qui da Altino che doveva essere abbandonato con i primi insediamenti barbarici (fig.14). Nonostante ciol, la uniformitaf dei materiali ceramici, indica la formazione in loco dello strato romano. E.Canal, grande amico dei polacchi ha deciso di pubblicare tutte le sue scoperte, che potevamo consultare dal vivo e nel manoscritto. Abbiamo avuto occasione di pubblicare assieme( Modrzewska,Canal 1993) alcuni dei suoi ritrovamenti. ora pero' e' troppo presto per rivelare le sue sensaziozíonali scoperte, che risalgono ai tempi quando la missione polacca ha cominciato a scoprire la laguna. Gli studi sono in corso e dopo gli anni quelli fatti dalla missione polacca diretta da Lech Leciejewicz sono la base piu, valida per gli studi lagunari veneziani. |